Nedešćina
Comune di Santa Domenica (Sveta Nedelja)
Nella parte orientale dell’Istria, su un alto plateau sopra la valle del fiume Arsa (Raša) e nell’entroterra della città di Albona (Labin), si trova il peculiare comune di Santa Domenica (Sveta Nedelja).
La posizione particolare, laddove la vicinanza del mare come pure dei boschi rigogliosi si riflette nel connubio olistico del verde e del blu, costituisce un forte stimolo per lo sviluppo e la qualità della vita degli abitanti di questo territorio, come pure dei numerosi visitatori.
Questa zona abbonda di resti architettonici in grado di narrarvi la lunga e interessante storia di questo territorio e risvegliare in voi il desiderio di ricercare e scoprire perché le famiglie facoltose dei tempi antichi sceglievano proprio questa zona come luogo per costruire le loro tenute di campagna.
Insediamenti
Ben 21 insediamenti fanno parte del Comune di Santa Domenica: Cere, Eržišće, Frančići, Jurazini, Kraj Drage, Mali Golji, Mali Turini, Marići, Markoci, Nedešćina, Paradiž, Ružići, Santalezi, Snašići, Sveti Martin, Štrmac, Šumber, Veli Golji, Veli Turini, Vrećari e Županići.
Gli insediamenti di dimensioni maggiori nel Comune di Santa Domenica sono: Nedešćina (centro amministrativo del comune), Štrmac, Šumber e Sveti Martin.
Popolazione
Il Comune di Santa Domenica conta 3.158 abitanti secondo il censimento del 2011. Secondo i dati statistici del 2019 sono stati registrati 12.067 arrivi e 110.266 pernottamenti nel Comune di Santa Domenica. Tale dato dimostra quanto il Comune di Santa Domenica sia diventato una destinazione desiderabile.
Posizione geografica
Il Comune di Santa Domenica si trova su un plateau all’altezza di 250 - 300 metri sopra il livello del mare che si estende dal fiume Arsa (Raša) fino al mare nell’entroterra della città di Albona (Labin). Il fiume Arsa scorre sul confine occidentale del comune e separa la parte centrale dell’Istria da quella orientale. Questa zona si trova a soli dieci chilometri di distanza dal mare a Rabac, quindi in un certo senso è un ponte tra l'Istria verde e l’Istria blu.
Clima
Santa Domenica si trova al crocevia del clima mediterraneo e continentale con un’interessante influenza marina della valle del fiume Arsa e del golfo di Fianona (Plominski zaljev). Sebbene si trovi geograficamente nell’entroterra, le località che sono maggiormente interessate dall’Arsa e dal golfo di Fianona godono di un clima con caratteristiche mediterranee dove fiorisce la vegetazione che richiede un clima mite mentre per la vegetazione mediterranea (gli olivi ad esempio) qui l’inverno è troppo freddo. D’altro canto, i luoghi che si trovano sulle zone più alte o all’ombra hanno spiccate caratteristiche di clima submediterraneo e di conseguenza hanno inverni più aspri mentre le estati sono più miti rispetto al mare. Perciò questo posto è eccezionale per godersi il mare e alla fine della giornata ritirarsi all’ombra nell’entroterra che offre vento, frescura notturna e frequenti pioggerelline estive.
D’inverno le temperature qui scendono sotto lo zero e possono verificarsi gelate di tarda primavera, anche se la neve è molto rara. Durante l’inverno questo territorio è sferzato spesso dalla bora, un vento freddo e secco che dalle montagne e dall’entroterra soffia verso il mare. La primavera e l’autunno sono stagioni piovose con qualche occasionale periodo più lungo di tempo più stabile e può essere molto nebbioso in alcuni punti. Con l’autunno arriva il peculiare vento del sud o scirocco (jugo in croato) che porta un tempo nuvoloso, più caldo e umido, e un cielo cupo. Le estati sono calde, terse e generalmente secche, e la quantità di precipitazioni aumenta in proporzione a quanto ci si sposta dal mare verso l'entroterra.
Vegetazione
La vegetazione in questo territorio è tipicamente submediterranea e nel paesaggio i campi coltivati si alternano a prati e vegetazione boschiva a riprova dei diversi tipi di suolo e clima presenti. Nei boschi prevalgono le specie caducifoglie, tra cui quercia, frassino e castagno europeo. Nelle aree che si trovano ai margini delle zone maggiormente sfruttate si è sviluppata una vegetazione ruderale tipica degli insediamenti limitrofi a cave rocciose come l’Epilobio a foglie di rosmarino (Epilobium dodonaei) e la Piantaggine maggiore (Plantago major). La vegetazione boschiva lungo le pendici della valle dell’Arsa si caratterizza per la vegetazione medio-alta e arbusti e alberi bassi.
È importante menzionare anche il parco a Nedešćina, proclamato monumento all'architettura dei parchi nel 1974, situato intorno all'ex Villa Furlani, ossia l'attuale Casa di cura per adulti "Sv. Nedelja", che vanta un inventario di piante unico.
Anche se la vegetazione del parco attualmente è abbastanza trascurata, tuttora è dimora di interessanti piante quali: alloro (Laurus nobilis), cedro del Libano (Cedrus libani), paulonia (Paulownia tomentosa), cipresso ( Cupressus sempervirens), robinia (Robinia pseudacacia), ippocastano (Aesculus hippocastanum), pino nero (Pinus nigra), albero di Giuda (Cercis siliquastrum), olmo (Ulmus), abete spagnolo (Abies pinsapo), tasso (Taxus baccata), pioppo bianco ( Populus alba), carpino orientale (Carpinus orientalis), carpino nero (Ostrya carpinifolia), platano orientale (Platanus orientalis) e roverella (Quercus pubescens).
Storia
La storia dell’Istria, come pure di questa zona, è lunga e burrascosa, come è facilmente intuibile già solo osservando la sua posizione geografica: una sorta di crocevia naturale tra forze che si trovavano a est e ad ovest dell’Istria, laddove la vicinanza del mare la poneva al centro di lotte per il controllo delle rotte marittime a fini commerciali.
Gli insediamenti più antichi nella zona di Santa Domenica risalgono all’età del bronzo quando in quest’area le tribù illiro-celtiche costruivano castellieri o edificazioni preistoriche sulle alture. Nel IV secolo a.C. i Celti fondarono Alvona (Labin o Albona) e la limitrofa Flanona (Plomin), qualche secolo più tardi, nel 177 a.C. quando i Romani assunsero il potere in Istria, il fiume Arsa divenne il confine naturale tra la zona dei Liburni (tribù illirica) e quella dei Romani. In epoca antica Albona fu un centro di significativa importanza per un ampio territorio, solo nell’VIII secolo Carlo Magno istituì la Marca del Friuli separando Albona dalla Liburnia.
Lo sviluppo delle località nell’entroterra di Albona, sopra la valle del fiume Arsa, è strettamente legato ai possedimenti del patriarcato di Aquileia ossia successivamente dei nobili tedeschi in quest’area. Con il rafforzamento del feudalesimo si ridusse l’autonomia delle città, fu così che i possedimenti limitrofi finirono in mano a diverse famiglie nobili della Germania nel corso del IX e X secolo. I patriarchi di Aquileia tornarono alla guida dell’Albonese dal 1207 al 1420 e Albona si sviluppò come città libera. Nell’entroterra di Albona in tale periodo si formarono possedimenti feudali come il castello di Casali Sumberesi (Šumber).
Dopo il 1420, con la caduta di Aquileia, Albona e Fianona rientrano sotto l’amministrazione veneziana. L’economia di questa zona era legata ai grandi possedimenti feudali che erano gestiti da nobili famiglie di Albona. Nei secoli XVI e XVII viene costruito il palazzo del centro storico di Albona e i castelli con le edificazioni circostanti nell’entroterra. In tale periodo nascono nuove parrocchie di piccoli insediamenti, gli attuali Nedešćina, Santa Domenica e Sveti Martin.
Questo territorio conosce un vero sviluppo nel XIX secolo con gli albori dell’industria mineraria, sotto amministrazione francese e poi austriaca. Nell’area di Santa Domenica si apre un pozzo minerario in località Štrmac vicino al quale nasce anche un nuovo piccolo insediamento minerario. Nel XIX secolo Santa Domenica, il luogo che si trovava accanto all’abbazia medievale benedettina della Santissima Trinità, di cui oggi non ci sono più tracce, si rafforza e cresce come centro locale e luogo di svolgimento di fiere ed altri eventi. In tale periodo viene costruita la nuova chiesa grande e comincia a delinearsi il centro della località con l’ampia piazza. Fino al XX secolo tutta l’area ha goduto di un improvviso sviluppo legato alla produzione industriale e mineraria. Tale fase di crescita si è interrotta intorno agli anni ’70 e ‘80 del secolo scorso quando la significativa riduzione dell’attività mineraria ha comportato anche una serie di cambiamenti nello stile di vita della gente di questo territorio che ha dovuto reimpiegarsi in nuovi settori dell’economia.